Il prurito nel gatto è nella maggioranza dei casi un chiaro segnale di intolleranza alimentare. Le cause minori potrebbero essere rappresentate anche da numerosi altri fattori: quelli comunemente considerati più frequenti sono i parassiti cutanei - con particolare riferimento alle pulci e alla rogna sarcoptica, allergie sia alimentari che ad agenti esterni, reazioni a shampoo o spray deodoranti o antiparassitari. Anche le punture di zanzara, in certi casi, possono provocare il sintomo.
Al di là delle forme da sempre esistite, attualmente la causa più frequente del prurito nel gatto è un’intolleranza ad uno o più alimenti. Le intolleranze alimentari, patologie in continuo aumento sia in medicina veterinaria che umana, provocano, quale risposta dell’organismo, proprio fenomeni infiammatori alla parte più sensibile (organo bersaglio).
L’infiammazione dell’organo bersaglio rappresenta spesso l’unica manifestazione visibile di un fenomeno di intolleranza alimentare. Se l’organo bersaglio dell’intolleranza a uno o più alimenti è la cute, l’unica soluzione valida per trattare il prurito conseguente e prevenire le ricadute, passa attraverso un cambio dell’alimentazione. Infatti, anche una singola assunzione di un alimento che l’organismo riconosce come tossico, provocherà un processo infiammatorio della durata di alcuni giorni (mediamente quattro o cinque). Se l’alimento continuerà a far parte dell’alimentazione, il processo infiammatorio diverrà per forza di cose cronico.